Ulteriori informazioni sulla vita di Eugenio Tomiolo possono essere ricavate dai documenti indicati in questa pagina.
Eugenio Tomiolo (1911 - 2003) nasce a Venezia il 18 dicembre 1911. Dopo aver frequentato la Scuola d'Arte dei 
Carmini, fa pratica di restauro nella bottega veneta del maestro Moro e apprende la conoscenza 
e l'uso dei metalli presso il maestro fabbro Umberto Bellotto.
In seguito raggiunge la famiglia a Legnago (VR) dove si era trasferita fin dal 1929. Qui nel 
1930 affresca la cappella funeraria Corradini nel cimitero di San Vito di Legnago.
Fra il 1934 e il 1935 frequenta l'Accademia Cignaroli di Verona e, partecipando ai "littoriali", 
ottiene la segnalazione e la pubblicazione per la tecnica dell'affresco.
Richiamato per la guerra d'Abissinia lascia l'Accademia. Al suo ritorno si trasferisce a Roma 
dove vive dal 1937 fino all'inizio della guerra nel 1940, quando è nuovamente chiamato alle armi. 
Nel 1941-42, durante una licenza, decora a fresco la cappella «Bragadin» a Padova con storie 
patrie e, a Porto di Legnago, nell'abside della cappella del Collegio Salesiano, ancora a fresco 
dipinge quattro sogni profetici di San Giovanni Bosco. Entrambe le opere vengono distrutte 
durante la guerra.
Nel 1945 si stabilisce a Milano dove vive le vicende artistiche legate alla ripresa del 
dopoguerra inserendosi nell'avanguardia di "CORRENTE".
Nel 1952 è chiamato a dipingere la pala d'altare della colonia marina dell'A.G.I.P. a 
Cesenatico e nel 1962 scolpisce in legno un grande Presepio, che attualmente fa parte 
dell'arredo della Chiesa di Metanopoli, a Milano.
Nel 1967 realizza due grandi mosaici in smalto vetroso per una fontana di sua progettazione 
per il nuovo Ospedale Civile di Legnago. Nello stesso anno l'Ing. Pilade Riello gli dedica una 
fondamentale monografia sulla pittura e sul disegno, con testi di Dario De Micheli e Franco Loi.
Del 1971 invece è il bellissimo volume a cura di Marcello e Rosalba Tabanelli de "il Mercante di 
Stampe " di Milano con ben 381 opere fra acqueforti, puntasecche e acquetinte, della Sua vasta 
produzione incisoria, presentato dal critico Raffaele De Grada.
Nella mostra di grafica, tenuta a Parigi nel 1972 alla Galleria J.P.R. e presentata dal critico Clode Roger Marx, 
il Cabinet des Estampes della Biblioteca di Francia di Parigi acquista, per le sue collezioni, tre opere 
del Maestro Tomiolo.
Un lavoro che da risalto a tutta la sua "venezianità" si può considerare la serie di 71 
puntasecche dal fascinoso titolo "Laguna". L'artista ha ideato e realizzato l'opera nel 1968 
rimanendo per alcuni mesi a Torcello e girando con un "sandolo" per la laguna a "impressionarsi" 
con tutti gli elementi caratteristici dell'ambiente che lo riportavano, ragazzo, nei luoghi a lui 
così bene conosciuti.
Durante questi anni ha tenuto oltre 40 personali in Italia e all'estero ed ha partecipato a 
numerosissime collettive sia in gallerie private che in spazi pubblici, con esposizioni 
interamente dedicate ai suoi disegni ed alle sue incisioni.
Nel 1994 ha realizzato un mosaico in smalto vetroso raffigurante una scena evangelica "il buon 
samaritano", commissionato dalla Direzione della Casa di Riposo di Legnago e posto nella facciata 
esterna dell'edificio.
Nel 1997 il Capitolo di San Pietro in Vaticano, commissiona al Maestro Tomiolo, per il Museo del 
Tesoro della Basilica di San Pietro, nel progetto di un complesso armonico d'opere d'arte dei più 
insigni Artisti contemporanei, una natività intitolata: "La Luce di Cristo Gesù illumina ogni 
popolo" e che l'allora Camerlengo Maggiore definisce "sublime" per forma e tonalità spirituale.
In questi ultimi anni ha approfondito il suo interesse ed il suo impegno per la poesia nella 
lingua d'origine, il veneziano. Nel 1984 l'editore Vanni Scheiwiller pubblica una raccolta di 
poesie «Oseo Gemo» nella collana Acquario, con un magnifico saggio introduttivo di Franco Loi. 
Nel 1986 gli viene assegnato il premio Lanciano per cinque poesie inedite.
Franco Brevini nel 1987 lo include nella selezione antologica dei Poeti Dialettali del Novecento, 
definendolo "il più autorevole successore di Giacomo Noventa". Nel 1991, sempre per i tipi di 
Scheiwiller, pubblica un secondo volume  «Aqua» con prefazione di Franco De Faveri. Nel marzo 
del 1994 Liboà - Editore in Dogliani - pubblica «Farse la Luna» col n.1 della collana Nuvole e 
presentato dal Direttore della collana stessa: Giovanni Tesio. Nel 1996 esce «Il mondo xe pitura» 
con prefazione di Franco Loi, inaugurando così la collana "Paradigmi" della Perosini Editore di 
Zevio VR.
Nell'antologia, in tre splendidi volumi, "La Poesia in dialetto" (storia e testi dalle origini 
al novecento), nell'edizione "I meridiani" della Mondadori, sempre il Prof. Brevini lo include, 
significativamente, paragonandolo a Diego Valeri, fra le voci più vere del novecento dialettale.
E' stato accademico di Merito per le Arti, Lettere, Scienze e Cultura dell'Accademia dei 
Cinquecento, dell'Accademia Tiberina e dell'Accademia Burcardt di Losanna.
Muore a Rovigo il 12 gennaio 2003 ed è sepolto nella tomba di famiglia a Vigo di Legnago (VR).
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